22 anni fa moriva don Renzo Beretta o meglio (come direbbe un cristiano) nasceva al cielo don Renzo Beretta dopo una vita intensa, ricca, che aveva toccato la vita di tante persone e lasciato un segno indelebile.
Sì era impossibile aver incontrato don Renzo, anche per poco, e non essere toccato dalla sua persona. La sua grande umanità, genuina, forse a volte un po’ ruvida ti attraeva come una calamita. Credo che gli apostoli avessero sperimentato qualcosa di simile (centuplicato certamente) nei confronti di Gesù. Avviene con ogni persona che è vera, ti scalda il cuore. Se il ricordo in molti di noi è ancora vivo ( come fosse ieri) è perchè l’amore sincero che aveva ( e che ha dal cielo) per noi, come per tutti ha lasciato un segno profondo, prima di tutto di gratitudine per averci insegnato ad amare la vita, nonostante le difficoltà e le incomprensioni, ad amare Dio dal quale questa vita viene e ritorna, a volerci bene così come siamo coi nostri pregi e difetti, senza scartare nessuno, a ringraziare Dio per tutte le cose belle anche se piccole che ogni giorno sperimentiamo. Quante volte l’abbiamo sentito dire con un sorriso enorme che lui era felice della vita che viveva. Era felice del suo essere prete, parroco, fratello in Cristo.
Oggi è per me un giorno di ringraziamento. Un grazie al Signore aver messo don Renzo sulla mia strada e per tutti i doni che mi ha dato attraverso di lui, un grazie a don Renzo per avermi accolto e accompagnato nei miei primi anni di sacerdozio come fa un padre nei confronti del figlio che impara ad andare in biclicletta, lo sostieme, lo incoraggia, lo lascia cadere e gli da una mano a rialzarsi e magari ti offre un gelato. Un grazie per le persone con cui ho condiviso un pezzo di strada, tutte importanti, segno dell’amore di Dio per me, con alcune è rimasto un contatto con molte si sono persi le tracce e tanti sono passati di là nella vita eterna e credo continuino a prendersi cura di me. Questo tempo di pandemia e di isolamento mi ha dato la consapevolezza di quanto siano benedette le relazioni, di quantro il Signore nella sua bontà, ci abbia insegnato a coltivarle. In questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, sentiamo forte il richiamo all’unità, alla fraternità, ad andare a ciò che conta e lasciar perdere tutto ciò che don Renzo avrebbe chiamato “fuffa”. Nulla è più prezioso della libertà interiore di chi non ha nulla da perdere perchè tutto è stato dato e offerto come ha fatto don Renzo con la sua vita. Un abbraccio. don Tiziano.