Luca 1:26-33
26 Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Il vangelo di Luca che ci parla di Maria non ci dice niente di lei se non che è una giovane che vive a Nazaret di Galilea, villaggio sconosciuto, mai citato nella Bibbia al punto che Natanaele dirà: Può forse venire qualcosa di Buono da Nazaret? Facciamo subito una considerazione. Gesù venendo al mondo realizza le promesse riguardo al Messia ma non le aspettative della gente, del potere politico e religioso. Volutamente sceglie Nazaret ( periferia d’Israele) in Galilea, terra dove vivono molti popoli, luogo di passaggio. E’ vero che Maria e Giuseppe sono della discendenza di Davide, ma sono povera gente, semplice ed umile. Il vangelo apocrifo di Giacomo e la chiesa Ortodossa credono che il primo incontro dell’angelo con Maria si stato alla fontana del villaggio dove si attingeva l’acqua, 600 metri circa dalla casa di Maria e poi in casa l’annuncio della maternità. Maria che era cresciuta nella consapevolezza dell’amore di Dio, rimane stupita da tale proposta perché non si sente degna. Possibile che tra le tante ragazze d’Israele il Signore abbia scelto prtoprio lei? Eppure quando Dio manda il profeta da Iesse per scegliere il successore di Saul, il profeta guarda i figli più grandi e robusti, ma Dio sceglie l’ultimo il più piccolo un ragazzo Davide, perché Dio non guarda l’aspetto ma il cuore.
Luca 1,34-38
34 Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» 35 L’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. 36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile; 37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace». 38 Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l’angelo la lasciò.
Maria non è ingenua è molto concreta, chiede come potrà avvenire quanto detto dall’angelo visto che non era ancora sposata con Giuseppe, ma solo promessa sposa. Vuole capire quello che Dio ha in serbo per lei. Sarà Giuseppe il padre del bambino o… La risposta dell’angelo la spiazza. La potenza dell’altissimo scenderà su di te e concepirai un figlio e lo chiamerai Gesù (Dio salva). Non era mai successo prima. Maria deve fare un atto di fede grande. Potrebbe essere tutta un’allucinazione, ma lei si fida e dice Sono la serva del Signore avvenga per me quello che hai detto. Che coraggio. Cosa sarà passato per la mente e nel cuore di Maria in quel momento? Una grande pace, perché quando ci si abbandona a Dio lui ci riempie di pace. Non dimentichiamo che Maria era avvolta dall’amore di Dio (lo Spirito Santo).
Anche su di Noi Dio ha un progetto di vita che siamo chiamati a scoprire ogni giorno, ed ogni giorno dobbiamo rinnovare il nostro sì come ha fatto Maria perché non basta dire sì una volta, che sia stato all’altare davanti al vescovo o al partner con cui si è deciso di vivere. Rinnovandolo ogni giorno, nei momenti felici o difficili della vita, noi approfondiamo la comprensione della nostra vocazione e del sostegno che possiamo trovare nel Signore.
Maria sapeva che Dio è fedele e l’avrebbe sostenuta in ogni situazione, anche noi dobbiamo fare un atto di fede nella fedeltà di Dio. Più coltiviamola nostra relazione con lui, più le altre relazioni diventeranno vere e profonde.