Iniziamo un nuov anno pastorale all’insegna delVangelo di Marco. Come sappiamo l’AVVENTO ci proietta verso il Natale ma anche verso l’ATTESA della Venuta del Signore alla fine dei tempi. Apriamo i nostri cuori all’incontro con Lui e invochiamo lo Spirito Santo perchè ci riempia della sua forza per vivere con SPERANZA questi tempi difficili.
PER I RAGAZZI
Cari Ragazzi inizia un nuovo anno, ma come manca ancora un mese al 2024, è vero, ma oggi iniziamo l’anno liturgico, cioè l’anno in compagnia di Gesù. E’ sembre bello iniziare qualcosa di nuovo. Gyardiamo questo bel video che ci aiuta a capire l’Avvento. Buona domenica.
PER GLI ADULTI
Come sempre le profonde parole del vescovo Castellucci e poi una meditazione sul vangelo di sr. Giuseppina Donati.
L’Importanza del Vigilare
suor GIUSEPPINA DONATI Ufficio per la Catechesi – Apostolato biblico. (Da Il settimanale della diocdsi di Como n.45 p.9)
(….) Un uomo parte per un viaggio lontano dalla sua casa e, nel lasciarla, dà potere ai suoi servi e ordina al portinaio di vigilare. Fuori metafora Gesù si rivolge ai discepoli, perché è chiaro che quella parabola li riguarda direttamente: presto egli partirà – sarà infatti catturato, condannato e ucciso – e i suoi discepoli resteranno senza di lui. Vi sarà dunque un tempo contrassegnato dalla sua assenza, ma i discepoli hanno ricevuto ciascuno una missione, un compito e c’è anche qualcuno che, come il portinaio, è chiamato a vegliare sull’intera comunità. Le responsabilità affidate sono diverse e certamente il portinaio (figura sotto la quale si può cogliere anche un’allusione a Pietro) ha un compito superiore a quello degli altri, perciò, soprattutto lui deve stare in guardia sulla casa e sui servi lasciati in essa. Si tratta dunque di vegliare, perché quell’uomo, il Signore della casa, verrà. Il Signore della casa è Gesù, è il Veniente, Colui che sempre può venire, ad ogni veglia: “alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo, o al mattino” … credo che anziché perdersi nella ricerca di un’equivalenza più o meno fedele tra i termini qui usati da Marco e le veglie secondo la ripartizione romana, sia meglio scorgere l’annuncio di quattro momenti che saranno cruciali negli episodi che seguono e che riguardano la passione di Gesù. Il Kyriòs, il Signore potrà venire alla SERA, durante la cena, momento in cui Gesù annuncia la prova attraverso la quale tutti dovranno passare, con uno dei Dodici che lo consegnerà e un altro che lo rinnegherà e tutti gli altri che lo abbandoneranno qualche ora dopo (Mc 14,17-21). Potrà venire a MEZZANOTTE, l’ora in cui proprio i tre discepoli più vicini a Gesù – Pietro, Giacomo e Giovanni -,chiamati a vegliare in preghiera con Lui nell’imminenza della sua passione e morte, per ben due volte sono trovati addormentati (Mc 14,37-42). Potrà venire al CANTO DEL GALLO, quando Gesù sta davanti al Sommo Sacerdote ed è processato, mentre Pietro lo rinnega dicendo di non averlo mai conosciuto, come il Signore gli aveva anticipato (Mc 14,66-72). Potrà venire all’ALBA, momento in cui il sinedrio consegna Gesù a Pilato (Mc 15,1- 5), ma anche quando la tomba di Gesù si presenta vuota perché egli è risorto da morte, e i discepoli restano increduli anche di fronte all’annuncio pasquale delle donne (Mc 16,1-11). Sono ore di rivelazione di Gesù, ore della sua venuta, eppure i discepoli, i Dodici, le hanno disertate tutte, e significativamente Marco mette in luce questi fallimenti, questa non vigilanza perché vuole tenere svegli i suoi lettori, tra i quali ci siamo anche noi. Anche noi dovremo attraversare questi stessi momenti; i discepoli che gli erano vicini, non hanno compreso e non hanno saputo vegliare, e Marco ci racconta che Gesù muore solo e abbandonato da tutti, nessuno l’ha seguito, e noi suoi discepoli nella storia sapremo vegliare nell’attesa del suo ritorno? attendiamo ancora veramente la sua venuta? Oppure anche noi non ci accorgeremo del suo arrivo o, peggio ancora, lo tradiremo, lo rinnegheremo, lo abbandoneremo? Queste parole che riguardano la vigilanza, quindi, non sono soltanto destinate alla nostra attesa di qualcosa che deve ancora accadere, o di Qualcuno che deve arrivare, ma hanno a che fare con un momento particolare della vita di Gesù a cui Egli si sta riferendo, hanno a che fare con la sua passione, morte e risurrezione, fulcro del Vangelo e di tutto l’anno liturgico. In questo avvento “stiamo in guardia, vegliamo”, teniamo gli occhi aperti sull’unica realtà importante: l’attesa della venuta di Cristo, la sola cosa che merita tutta la nostra attenzione. Vi auguro un buon Avvento.
Torniamo al tempo ordinario con la 10° domenica e la lettura del vangelo di Marco. Gesù ha inziato da poco la sua missione esubito lo prendono per pazzo e indemonniato al punto che i suoi Leggi tutto…
Ultima grande festa prima di tornare al tempo ordinario. In questa festa celebriamo il dono dell’Eucarestia attraverso ilquale Gesù continua d essere presente nella chiesa e nella nostra vita. E’ il segno di un amore Leggi tutto…
Siamo tornati nel tempo ordinario, ma la domenica non ce ne accorgiamo perchè dopo la Pentescoste che chiude il tempo pasquale ci sono due grandi feste la Santissima Trinità oggi e Il corpo e sangue Leggi tutto…
Avvento Tempo di Attesa 1° Domenica B
Pubblicato da Tiziano Raffaini il
Iniziamo un nuov anno pastorale all’insegna delVangelo di Marco. Come sappiamo l’AVVENTO ci proietta verso il Natale ma anche verso l’ATTESA della Venuta del Signore alla fine dei tempi. Apriamo i nostri cuori all’incontro con Lui e invochiamo lo Spirito Santo perchè ci riempia della sua forza per vivere con SPERANZA questi tempi difficili.
PER I RAGAZZI
Cari Ragazzi inizia un nuovo anno, ma come manca ancora un mese al 2024, è vero, ma oggi iniziamo l’anno liturgico, cioè l’anno in compagnia di Gesù. E’ sembre bello iniziare qualcosa di nuovo. Gyardiamo questo bel video che ci aiuta a capire l’Avvento. Buona domenica.
PER GLI ADULTI
Come sempre le profonde parole del vescovo Castellucci e poi una meditazione sul vangelo di sr. Giuseppina Donati.
L’Importanza del Vigilare
suor GIUSEPPINA DONATI
Ufficio per la Catechesi – Apostolato biblico. (Da Il settimanale della diocdsi di Como n.45 p.9)
(….) Un uomo parte per un viaggio lontano dalla sua casa e, nel lasciarla, dà potere ai
suoi servi e ordina al portinaio di vigilare. Fuori metafora Gesù si rivolge ai discepoli,
perché è chiaro che quella parabola li riguarda direttamente: presto egli partirà –
sarà infatti catturato, condannato e ucciso – e i suoi discepoli resteranno senza di lui.
Vi sarà dunque un tempo contrassegnato dalla sua assenza, ma i discepoli hanno
ricevuto ciascuno una missione, un compito e c’è anche qualcuno che, come il
portinaio, è chiamato a vegliare sull’intera comunità. Le responsabilità affidate
sono diverse e certamente il portinaio (figura sotto la quale si può cogliere anche
un’allusione a Pietro) ha un compito superiore a quello degli altri, perciò,
soprattutto lui deve stare in guardia sulla casa e sui servi lasciati in essa. Si tratta
dunque di vegliare, perché quell’uomo, il Signore della casa, verrà.
Il Signore della casa è Gesù, è il Veniente, Colui che sempre può venire, ad ogni
veglia: “alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo, o al mattino” … credo che anziché
perdersi nella ricerca di un’equivalenza più o meno fedele tra i termini qui usati da
Marco e le veglie secondo la ripartizione romana, sia meglio scorgere l’annuncio
di quattro momenti che saranno cruciali negli episodi che seguono e che
riguardano la passione di Gesù.
Il Kyriòs, il Signore potrà venire alla SERA, durante la cena, momento in cui Gesù
annuncia la prova attraverso la quale tutti dovranno passare, con uno dei Dodici che
lo consegnerà e un altro che lo rinnegherà e tutti gli altri che lo abbandoneranno
qualche ora dopo (Mc 14,17-21).
Potrà venire a MEZZANOTTE, l’ora in cui proprio i tre discepoli più vicini a
Gesù – Pietro, Giacomo e Giovanni -,chiamati a vegliare in preghiera con
Lui nell’imminenza della sua passione e morte, per ben due volte sono trovati
addormentati (Mc 14,37-42).
Potrà venire al CANTO DEL GALLO, quando Gesù sta davanti al Sommo
Sacerdote ed è processato, mentre Pietro lo rinnega dicendo di non averlo mai
conosciuto, come il Signore gli aveva anticipato (Mc 14,66-72).
Potrà venire all’ALBA, momento in cui il sinedrio consegna Gesù a Pilato (Mc 15,1-
5), ma anche quando la tomba di Gesù si presenta vuota perché egli è risorto
da morte, e i discepoli restano increduli anche di fronte all’annuncio pasquale
delle donne (Mc 16,1-11).
Sono ore di rivelazione di Gesù, ore della sua venuta, eppure i discepoli, i Dodici, le
hanno disertate tutte, e significativamente Marco mette in luce questi fallimenti,
questa non vigilanza perché vuole tenere svegli i suoi lettori, tra i quali ci
siamo anche noi. Anche noi dovremo attraversare questi stessi momenti; i
discepoli che gli erano vicini, non hanno compreso e non hanno saputo vegliare,
e Marco ci racconta che Gesù muore solo e abbandonato da tutti, nessuno
l’ha seguito, e noi suoi discepoli nella storia sapremo vegliare nell’attesa del suo
ritorno? attendiamo ancora veramente la sua venuta? Oppure anche noi non
ci accorgeremo del suo arrivo o, peggio ancora, lo tradiremo, lo rinnegheremo, lo
abbandoneremo?
Queste parole che riguardano la vigilanza, quindi, non sono soltanto destinate alla
nostra attesa di qualcosa che deve ancora accadere, o di Qualcuno che deve arrivare,
ma hanno a che fare con un momento particolare della vita di Gesù a cui Egli si
sta riferendo, hanno a che fare con la sua passione, morte e risurrezione, fulcro del
Vangelo e di tutto l’anno liturgico. In questo avvento “stiamo in guardia,
vegliamo”, teniamo gli occhi aperti sull’unica realtà importante: l’attesa della
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