Sarà Chiara Lubich – L’amore vince tutto ad aprire, domenica 3 gennaio in prima serata, la stagione di fiction di Raiuno. Il film, dedicato alla fondatrice del Movimento dei Focolari (nel centenario della sua nascita), è prodotto dalla Eliseo Multimedia di Luca Barbareschi e Rai Fiction, diretto da Giacomo Campiotti e interpretato da Cristiana Capotondi.
«Abbiamo deciso con il direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati di aprire la stagione con Chiara Lubich, una donna che ha incontrato Dio più nell’azione che nella mistica e nell’attività contemplativa. Ho avuto la fortuna di conoscerla e posso dire che il film di Campiotti condensa senza retorica Chiara Lubich, la sua convinzione quasi politica che ogni incontro era un incontro che meritava attenzione, curiosità e intelligenza. Non a caso è stata segno del dialogo ecumenico fino alla fine».
Ammirati e Barbareschi concordano: «Speriamo che con questo film Chiara diventi un simbolo di semplicità e di passione» dicono. E il regista conferma: «Ho raccontato una storia per tutti, non solo per il mondo cattolico cristiano perché l’ida di Chiara Lubich era parlare con tutti, nel rispetto e nella ricchezza delle differenze».
A interpretare la Lubich, come dicevamo, è Cristiana Capotondi: «Ciò che contraddistingue maggiormente Chiara Lubich è la semplicità, unita a un pizzico di follia – osserva l’attrice -. Il movimento dei Focolari comprende due milioni di persone in più di 180 Paesi del mondo e Chiara riusciva a parlare con tutti, faceva già quegli incontri che noi oggi facciamo online, anche se solo in maniera radiofonica, perché sapeva che c’era bisogno di condividere certi valori, In quest’epoca in cui abbiamo smesso di farci domande e non riusciamo nemmeno ad affrontare certe tematiche, la figura di Chiara Lubich interpretata laicamente è fondamentale».
Barbareschi aggiunge: «In questi giorni stanno iniziando le prime vaccinazioni contro il Covid, Chiara Lubich è una vaccinazione dello spirito contro quella che noi in ebraico chiamiamo “maldicenza”, citata anche da papa Francesco. Questo è un anno in cui la vaccinazione non deve essere solo immunitaria ma anche dello spirito per portare le nuove generazioni a ricostruire il Paese con una politica responsabile».
Avvenire. Tiziana Lupi lunedì 28 dicembre 2020
Due domande a Cristiana Capotondi l’interprete di Chiara Lubich
Chiara Lubich è un simbolo del dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale. Lei proviene da una famiglia in cui questo dialogo in un certo qual modo si è realizzato.
Quello dei miei genitori è un bell’esempio di matrimonio misto anche se, tra i due, mia madre con il tempo si è un po’ ammorbidita. Hanno sempre avuto grande rispetto l’uno per l’altra anche sulle rispettive tradizioni e abitudini alimentari e una grande cura di noi figlie. Grazie a loro io mi porto dietro un grande bagaglio culturale, con alcune cose dell’ebraismo e alcune cose del cattolicesimo.
Che tipo di educazione ha ricevuto?
Un’educazione cattolica: sono andata a scuola dalle suore, ho frequentato gli Scout e la chiesa di Santa Maria in Trastevere con l’allora parroco monsignor Vincenzo Paglia. A prescindere da questo, penso di aver preso un po’ da tutte e due le religioni. Oggi sono una donna con una mia spiritualità personale, spero di essere una buona sintesi.
Campiotti: l’estrema chiarezza del Vangelo
Giacomo Campiotti non è alla sua prima esperienza come regista di ritratti di santi e di personaggi che hanno ispirato la nostra storia, come il dottor Moscati, il maestro Manzi, il giudice Di Bella. Questa “è stata un’impresa esaltante – afferma – ma è stata anche la sceneggiatura più difficile della mia carriera, poteva fallire e invece ci siamo riusciti”. Ai nostri microfoni spiega qualcosa di più: “Diciamo che la storia di Chiara manca un po’ di quegli elementi super drammatici così cari alle fiction, perchè il suo percorso è soprattutto un viaggio interiore e quindi è più difficile da raccontare. Penso però che noi ci siamo riusciti cercando di ritrovare nel suo messaggio, nella sua vocazione, le cose più semplici, che sono quelle più profonde, e quelle che potevano arrivare a tutto il pubblico, e cioè questa idea che c’è nel Vangelo, così semplice, che è quella di amare gli altri e di vedere Dio nel prossimo. Ecco nel momento in cui tu riesci a rapportarti con le altre persone per praticare la solidarietà, l’ascolto e l’amicizia, tutto cambia dentro di te e anche intorno a te”. E’ quello che è successo a Chiara che non aveva nessuna intenzione di fondare un movimento, con milioni di persone addirittura di tutto il mondo, osserva Campiotti, “lei stava cercando solo di seguire la sua coscienza e guardate che cosa è successo”.