Configurazione strutturale: La chiesa si sviluppa con pianta ad unica navata con due piccole cappelle laterali e presbiterio quadrangolare al quale si accede con due gradini; la sacrestia è a sinistra del presbiterio mentre sul lato destro si accede ad un altro locale. Le strutture murarie sono a vista all’esterno, con tessitura mista di pietra e laterizi, e completamente intonacate all’interno. La struttura di copertura è costituita da travatura lignea con manto in lastre di pietra della Valmalenco
Epoca di costruzione: 1614 – 1634
Autori: Pozzi Giovanni Battista, decorazione
Rif: Beni culturali Regione Lombardia
Questa chiesa di Gera Lario, dedicata ora alla Madonna di Fatima, ha una lunga storia che parte dai primi decenni del ‘600.
Gera ha già una grande e splendida chiesa, la parrocchiale di S. Vincenzo, frutto della trasformazione della chiesa romanica preesistente, sorta su un antico sito romano, che è un po’ discosta dal paese. Forse anche per l’esigenza di avere la casa del Signore in mezzo a quelle degli uomini, la comunità, probabilmente sotto l’impulso del parroco di allora e con l’intervento determinante della Confraternita del Santo Rosario, decise di costruire un luogo di culto alla confluenza delle viuzze del più antico nucleo del paese.
Il contratto per la costruzione è del 6 dicembre 1614; nel 1623, la chiesa, denominata dell’Immacolata, era comunque già funzionante. Fu ultimata e con tutta probabilità benedetta nel 1634.
L’edificio, a navata unica, non ha alcuna pretesa artistica, anche se appare armonioso. Alla sua costruzione contribuirono certamente i pescatori – la chiesa era già chiamata “chiesetta dei pescatori” (Gesèta dei Pescadùu) – con i proventi del loro attività (Gera era, e lo è stata fino ai primi anni sessanta del Novecento, un paese essenzialmente di pescatori).
Avendo ottenuto per speciale indulto di poter pescare anche nei giorni festivi, per avere una entrata in più nei loro magri bilanci familiari, i pescatori di Gera destinarono parte di quei proventi al completamento e all’abbellimento della nuova chiesa. Senza alcun dubbio, essi sovvenzionarono gli affreschi, di buona fattura e datati 1725, attribuibili al valsoldese Giovanni Battista Pozzi, posti sulle pareti laterali del presbiterio, raffiguranti uno la Nascita e l’altro l’Assunzione della Vergine.
Nella nicchia posta al centro della parete di fondo era posta una statua di Maria, venerata sotto il titolo di Madonna del Rosario, la cui festa ricorreva la seconda domenica di ottobre (questa immagine si trova ora in S. Vincenzo). Vi si celebrava inoltre con particolare solennità la festa dell’Immacolata Concezione, e a questo culto non era certamente estranea la presenza dei Frati Francescani nei vicini paesi di Dongo (i Riformati) e di Domaso (i Cappuccini), da sempre assertori e propagatori tra il popolo cristiano di questo privilegio mariano.
La chiesa fu chiusa al culto a seguito dei danni subiti in occasione della tragica alluvione del 1951, che devastò il paese e causò 17 morti.
L’arrivo del parroco don Luigi Bianchi segnò la rinascita del tempio. Spinto dalla sua grande devozione alla Vergine Madre di Dio, don Luigi diede avvio e compimento al restauro di questo sacro edificio, che volle dedicare come santuario a Nostra Signora di Fatima, la cui effigie, una bianca statua lignea, accoglie ora i fedeli devoti.
A suggello dell’opera compiuta, il 13 maggio 1962 (45° anniversario della prima apparizione della Vergine alla Cova da Iria), il vescovo di Como Felice Bonomini consacrò la chiesa con rito solenne e nel 1967 incoronò l’immagine della Madonna su mandato del papa Paolo VI.
Nel 1994, i vescovi di Leiria – Fatima e di Como suggellarono un gemellaggio spirituale tra il santuario portoghese e la “chiesetta” di Gera.