La storia di Maria ci è narrata nel vangelo apocrifo di Giacomo. Benché non ci siano elementi per sostenerne la veridicità, la chiesa lo ha accolto come un racconto che può aiutarci a sostenere la nostra fede. In questo vangelo apocrifo troviamo i nomi dei genitori di Maria Gioachino ed Anna.

La nascita di Maria si inserisce nella tradizione delle nascite eccezionali dell’A.T. nascite da donne sterili, Pensiamo a Sara, moglie di Abramo, alla madre di Sansone, ad Anna mamma del profeta Samuele. Notiamo che sono tutti maschi, solo ad Anna e Gioachino nasce una femmina che verrà consacrata al Signore come segno di gratitudine per aver tolto l’onta della sterilità che era considerata una maledizione. Come il giovane Samuele anche Maria viene portata al Tempio e li rimane fino al 12esimo anno quando poi verrà affidata a Giuseppe un vedovo scelto da Dio mediante un prodigio.

La preoccupazione della prima comunità cristiana era quella di onorare Maria inserendola nella storia del popolo ebreo, sottolineando il prodigio di Dio nel creare Maria, affinché fosse degna madre del Figlio. <Non c’è ancora il concetto di immacolata concezione, ma siamo sulla strada. Il Figlio di Dio non poteva avere per madre una ragazza qualunque, ma colei che da sempre il Padre aveva pensato e preservato.

Cosa dice a noi tutto questo? Maria ha avuto dei genitori che le hanno insegnato l’amore di Dio, l’hanno fatta sentire un dono speciale di Dio per loro e l’hanno educata ad amare Dio e il prossimo; a mettersi in ascolto della sua parola e desiderare di fare la sua volontà.

Mi chiedo: Noi facciamo lo stesso? Diciamo ai nostri figli che sono un dono prezioso del Signore? Gli Parliamo di Lui, del progetto che Dio ha su ciascuno di loro? Che potranno scoprirlo un po’ alla volta se si mettono in ascolto del loro cuore del vangelo e delle persone che il Signore ha messo loro vicino, i genitori, i nonni di cui papa Francesco ci parla tanto? Cari nonni voi siete indispensabili nella crescita dei vostri nipoti, voi sapete parlare loro di Dio con il linguaggio del cuore.

Le nuove generazioni non hanno più bisogno di Dio (così dicono e vivono) forse perché la fede anziché essere un’esperienza del cuore trasmessa loro dai nonni e dai genitori, si è ridotta a nozioni imparate a scuola e a catechismo. Preghiamo Maria, Gioachino ed Anna perché ci ottengano il dono dello Spirito Santo dell’amore di Dio per crescere nella fede e contagiare i nostri ragazzi.

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