Oggi la comunità di Taizé celebra gli 80 anni della sua fondazione. L’Osservatore Romano ha pubblicato un’intervista a frére Alois che è succeduto a Frère Roger fondatore della comunità dopo la sua tragica morte (causata da una squilibrata ospitata nella comunità) avvenuta il 16 agosto del 2005. Ne riportiamo una parte.

Forse non tutti hanno sentito parlare di Taizé, questa collina in Borgogna dove vive una comunità ecumenica di monaci che ogni anno accolgono migliaia di giovani da tutto il mondo che si ritrovano per pregare, riflettere sulla parola di Dio, per confrontarsi liberamente.

Frére Alois priore della comunità di Taizè

di Charles de Pechpeyrou

Ottant’anni dopo la fondazione della comunità ecumenica in un piccolo villaggio della Borgogna, sono adesso i figli, i genitori e i nonni di tutti i continenti a pregare insieme a Taizé: un cammino comune di cui si rallegra l’attuale priore, fratel Alois, intervistato da «L’Osservatore Romano». Il monaco tedesco ricorda naturalmente il suo predecessore, Roger Schutz, morto il 16 agosto 2005 all’età di 90 anni, che ha voluto creare non un movimento organizzato quanto piuttosto «un luogo di passaggio per attingere insieme alle fonti della fede», insistendo sul fatto che le tre preghiere comuni rimanessero al centro degli incontri giovanili e che i fratelli fossero prima di tutto persone di ascolto nei confronti di chi partecipa a questi incontri. Commentando infine l’emergenza coronavirus, che ha necessitato alcuni misure speciali all’interno della comunità, fratel Alois auspica che prevalga l’unità, invece del ripiegamento su sé stessi.

Taizé celebra quest’anno il suo ottantesimo anniversario. Ci può raccontare cosa è cambiato — e cosa non è cambiato — nella comunità tra il 1940 e il 2020?

Nel 1940 fratel Roger era il solo a portare avanti il progetto di dare vita a una comunità. Oggi  siamo un centinaio di fratelli. Questo è un grande cambiamento. Inoltre accogliamo ogni anno migliaia di giovani da tutti i continenti, e questo è un’altra grande evoluzione che ancora oggi stupisce noi stessi. Ciò che non è cambiato, invece, è il cuore della nostra vocazione. Quando fratel Roger arrivò a Taizé nell’agosto del 1940, la situazione mondiale aveva poco a che fare con quella di oggi. Tuttavia, la sua prima intuizione rimane profondamente attuale: inserire una vita spirituale, una ricerca di Dio, laddove si trovano le fratture del mondo. All’epoca si trattava di accogliere i rifugiati — in particolare gli ebrei — durante la seconda guerra mondiale. Ancora oggi accogliamo dei profughi a Taizé e alcuni nostri fratelli vivono in piccole fraternità in luoghi particolarmente indifesi nel mondo odierno. Negli anni che hanno seguito la creazione della comunità, i primi fratelli che si unirono a Roger vivevano del lavoro agricolo, in condizioni molto semplici. Oggi continuiamo a guadagnarci da vivere, in diversi modi, senza accettare donazioni, regali o eredità. La regola che il nostro fondatore scrisse all’inizio degli anni Cinquanta continua tuttora a ispirarci oggi: vi aveva annotato le intuizioni spirituali essenziali che aveva nei confronti dei suoi fratelli. Tra queste ne isolerei due: il desiderio di essere presenti nel nostro tempo, rimanendo sempre attenti alle chiamate che il Vangelo ci rivolge; e la ricerca dell’unità tra i cristiani, non come fine a se stessa, ma come testimonianza del Vangelo e anche come fattore di pace per tutta l’umanità. Ciò che non è mai cambiato, infine, è la regolarità della nostra preghiera comune, tre volte al giorno, anche se le sue forme di espressione si sono modificate, soprattutto attraverso quelli che vengono chiamati i canti di Taizé.

Come si articolano gli scambi tra le diverse generazioni che hanno frequentato e frequentano la comunità?

All’interno della comunità viviamo quotidianamente questo dialogo tra generazioni: tra i fratelli maggiori arrivati a Taizé sessanta o addirittura settant’anni fa e i più giovani, che per la maggior parte non hanno conosciuto fratel Roger, ci sono ovviamente differenze notevoli. Siamo molto riconoscenti alle prime generazioni che hanno saputo accompagnare i cambiamenti nella comunità, nell’accoglienza dei giovani o nelle opzioni liturgiche, per esempio. Con i pellegrini si crea naturalmente una bella piattaforma di dialogo: ogni settimana dell’anno i giovani sono i più numerosi, ma ci sono anche adulti, genitori con i figli, persone anziane. Ci sono tanti scambi tra di loro e questa dimensione dell’incontro mi sembra molto importante. E poi un altro aspetto mi rallegra: quando i giovani mi spiegano di essere venuti su suggerimento dei genitori o dei nonni, a volte anche con loro. Tre generazioni che trovano la loro strada verso la nostra piccola collina, questo ci colpisce.

Come si mantiene la continuità di Taizé  negli anni mentre altri movimenti nati dal dopoguerra sembrano spegnersi con il passare del tempo?

Siamo i primi a meravigliarci di questa continuità. Non so come spiegarla, ma la vedo come una delle più belle eredità di fratel Roger: attraverso tutti i mutamenti avvenuti da una generazione all’altra, lui ha sempre insistito sul fatto che le tre preghiere comuni rimanessero al centro degli incontri giovanili e d’altra parte ci ha sempre chiamati a essere prima di tutto persone di ascolto nei confronti di chi partecipa a questi incontri. Non ha mai voluto creare un movimento organizzato, suggerendo piuttosto che Taizé restasse un luogo di passaggio per attingere insieme alle fonti della fede. Ogni sera in chiesa, dopo la preghiera comune, con i fratelli siamo a disposizione di tutti coloro che desiderano parlare a tu per tu. E sono colpito dalla profonda sete spirituale che molti esprimono. Oggi sembra che per le giovani generazioni la fede sia spesso legata a un impegno concreto. D’altronde, i più giovani sono molto consapevoli delle questioni ecologiche. Non solo ne parlano, ma vogliono impegnarsi concretamente per salvare l’ambiente. Spetta a noi, quindi, di camminare accanto a loro e aiutarli a stabilire un legame con la fede. Spesso aspettano dalla Chiesa parole forti su questi temi.

Frére Roger fondatore della comunità di Taizé

Giorni fa si è celebrato anche il quindicesimo anniversario della morte di fratel Roger, assassinato il 16 agosto 2005 da una squilibrata, proprio nella chiesa della Riconciliazione a Taizé. In che modo la sua eredità spirituale e umana è sempre presente?

È vero, questi due anniversari sono per noi una grande occasione per rendere grazie per la vita e l’opera del nostro fondatore. Non si tratta di guardare al passato, ma di rallegrarsi insieme per tutti i frutti che la sua vita continua a portare. Per quanto riguarda la Chiesa, il suo contributo più importante resta l’instancabile ricerca dell’unità. Fratel Roger ha avuto sin dall’inizio la volontà di porre la ricerca dell’unità al centro della comunità, affinché sperimentasse l’unità prima di parlarne. Anche oggi i fratelli, cresciuti in diverse Chiese e che ora vivono sotto lo stesso tetto, si sforzano così di anticipare l’unità del futuro. L’unità della famiglia umana è stata un’idea centrale, una preoccupazione che ha segnato tutta la vita di fratel Roger. All’indomani della seconda guerra mondiale, c’era un’emergenza: la riconciliazione tra popoli divisi. Sebbene ovviamente i problemi siano cambiati, credo che l’importanza dell’unità della nostra famiglia umana rimanga più urgente che mai. Un terzo contributo resta molto attuale: la testimonianza che non c’è contraddizione tra vita interiore e solidarietà, ma al contrario un legame profondo. Come ha detto il teologo ortodosso Olivier Clément, i giovani di Taizé possono fare questa sorprendente scoperta: niente è più responsabile della preghiera. Infine, all’interno della comunità, Roger Schutz ha insistito molto sulla vita fraterna: voleva che fossimo un solo corpo, per esprimere una “parabola di comunione”. Sono felice che continuiamo a vivere nutriti da questa intuizione. Non sarà mai il nostro obiettivo quello di diventare una grande istituzione, intendiamo invece rimanere una piccola comunità in cui i legami fraterni hanno la precedenza su tutto il resto.

Per approfondire il link della comunità di Taizè: https://www.taize.fr/it

Il sito della comunità

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un canto di Taizé in italiano
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