1 Un nuovo inizio

Dobbiamo imparare a vivere ogni giorno, ogni ora, sì ogni minute come un nuovo inizio, come una eccezionale opportunità di fare nuova ogni cosa. Immagina che possiamo vivere ogni momento come un momento impregnato di nuova vita. Immagina che possiamo vivere ogni giorno come un giorno pieno di promesse. Immagina che possiamo attraversare il nuovo anno ascoltando sempre la voce che ci dice: “ Ho un regalo per te e non vedo l’ora che tu lo veda” Immagina.

E’ possibile che la nostra immaginazione ci porti alla verità della nostra vita? Sì, è possibile! Il problema è che noi permettiamo al nostro passato, che diventa sempre più lungo ogni anno, di dirci:” tu sai tutto. Hai visto tutto, sii realistico; il futuro sarà una ripetizione del passato. Cerca di sopravvivere come puoi.” Ci sono molte volpi furbe che saltano sulle nostre spalle e sussurrano alle nostre orecchie la grande bugia: “ Non c’è niente di nuovo sotto il sole… non lasciarti ingannare.”

Quando ascoltiamo queste volpi, quando ascoltiamo queste volpi, alla fine si dimostrano nel giusto: il nostro nuovo anno, il nostro nuovo giorno, la nostra nuova ora diventano piatte, noiose, opache e senza nulla di nuovo.

Allora che cosa dobbiamo fare? Primo dobbiamo mandare via le volpi: cacciarle nei loro buchi. Poi dobbiamo aprile le nostre menti e i nostri cuori alla voce che risuona lungo le valli e le colline della nostra vita che dice “Lascia che vi mostri dove vivo tra la gente. Il mio nome è Dio-con-voi. Asciugherò ogni lacrima dai vostri occhi; non ci sarà più morte, non più lutto o tristezza. Il mondo di prima è passato” (Apocalisse 21.2-5).

2 Ancora te stesso nell’amore di Dio

Quando Gesù fu battezzato nel Giordano, udì una voce dal cielo che diceva, “Questo è il mio figlio l’amato, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt.3,17) Queste parole rivelarono la vera identità di Gesù come l’amato. Gesù sentì veramente quelle parole, e tutte le sue parole, i suoi pensieri e le sue azioni derivarono dalla profonda conoscenza che lui era infinitamente amato da Dio. Gesù ha vissuto la sua vita a partire da questa profonda convinzione. Benchè i rifiuti da parte degli uomini, le gelosie, l’odio lo abbiano ferito profondamente, rimase ancorato nell’amore del Padre. Alla fine della sua vita disse ai suoi discepoli,” Ascoltate: verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.” (Gv 16,32)

Adesso so che le parole pronunciate per Gesù, quando fu battezzato, sono parole dette anche per me e per tutti coloro che sono fratelli e sorelle di Gesù. La mia tendenza verso l’auto-rifiuto e l’autocommiserazione rendono difficile udire queste parole con chiarezza e lasciarle scendere nel profondo del mio cuore. Ma quando ho ricevuto queste parole in pienezza, sono liberato dalla compulsione di dimostrare il mio valore e posso vivere nel mondo senza appartenergli. Quando ho accettato la verità che sono il figlio amato da Dio, amato incondizionatamente, posso essere mandato nel mondo a parlare e agire come fece Gesù.

3 Il cuore è il centro del tuo essere

Nella comprensione biblica il cuore è il centro del nostro essere. Non è un muscolo ma un simbolo per il vero centro del nostro essere. Ora la cosa bella riguardo al cuore è che il cuore è il posto dove noi siamo noi stessi. E’ il vero centro del nostro essere, il centro spirituale del nostro essere. Solitudine e silenzio, per esempio, sono strumenti per giungere al cuore, perché il cuore è il luogo dove Dio ci parla, dove ascoltiamo la voce che ci chiama amati. Questo è precisamente il posto più intimo. Nel famoso brano della bibbia Elia stava in piedi davanti alla caverna. Dio non era nella tempesta, Dio non era nel fuoco e nemmeno nel terremoto, ma Dio era in quel vento leggero come un sussurro. Quel sussurro parla al cuore. Preghiera e solitudine sono strumenti per ascoltare la voce che parla al nostro cuore, al centro del nostro essere. Una delle cose più stupende è che se entri sempre più profondamente in quel posto, non solo incontri Dio ma anche il mondo intero.

4 Sei amato

Personalmente, come rivela la mia lotta, non mi sento spesso un amato figlio di Dio. Ma so che questa è la mia identità più primordiale e so che devo sceglierla al di sopra e al di là delle mie esitazioni.

Forti emozioni, rifiuto di sé e persino odio per se stessi ti sballottano giustamente, ma sei libero di rispondere come vuoi. Non sei quello che gli altri, o anche tu, pensano di te stesso. Non sei quello che fai. Non sei quello che hai. Sei un membro a pieno titolo della famiglia umana, essendo stato conosciuto prima di essere concepito e plasmato nel grembo di tua madre. Nei momenti in cui ti senti male con te stesso, cerca di scegliere di rimanere fedele alla verità di chi sei veramente. Guardati allo specchio ogni giorno e rivendica la tua vera identità. Agisci in anticipo rispetto ai tuoi sentimenti e confida che un giorno i tuoi sentimenti corrisponderanno alle tue convinzioni. Scegli ora e continua a scegliere questa incredibile verità. Come pratica spirituale, rivendica e rivendica la tua identità primordiale di amata figlia o figlio di un creatore personale.

5 Vivere sotto la benedizione

Quando perdiamo un membro della nostra famiglia o un amico, quando perdiamo il lavoro, quando ci va male un esame, quando viviamo una separazione o un divorzio, quando scoppia una guerra, quando un terremoto distrugge la nostra casa o ci colpisce, la domanda “Perché?” viene spontanea. “ Perché a me” “Perché ora?” “Perché qui?” E’ così difficile vivere senza una risposta a questo “Perché?” che siamo facilmente tentati di collegare gli eventi sui quali non abbiamo alcun controllo con la nostra valutazione conscia o inconscia. Quando pensiamo male di noi o permettiamo agli altri di farlo, è molto allettante spiegare tutte le sofferenze che sperimentiamo come espressione o conferma di questa maledizione. Prima che ce ne accorgiamo ci siamo detti” Vedi l’ho sempre saputo che non ero bravo… Ora lo so per certo. I fatti della vita lo provano.”

La grande chiamata spirituale dei Amati Figli di Dio è di spostare le proprie fragilità dall’oscurità della maledizione per metterli sotto la luce della benedizione. Questo non è facile come sembra. Il potere delle tenebre intorno a noi è forte, e il nostro mondo trova più facile manipolare persone che si rifiutano piuttosto che quelle che si accettano. Ma quando continuiamo ad ascoltare attentamente la voce che ci chiama Amati, diventa possibile vivere le nostre fragilità non come la conferma delle nostra paura di essere senza valore, ma come un’opportunità di purificare e approfondire la benedizione che è su di noi. Una sofferenza fisica, mentale o emozionale vissuta sotto la benedizione è sperimentata in modo completamente diverso da una sofferenza fisica, mentale o emozionale vissuta sotto la maledizione.

6 Dio è un Dio compassionevole

La vera buona notizia è che Dio non è un Dio distante, un Dio da temere ed evitare, un Dio vendicativo, ma un Dio che si commuove di fronte alle nostre sofferenze e partecipa pienamente alle nostre lotte. … Dio è un Dio compassionevole. Questo significa, prima di tutto, che Dio è colui che ha scelto di essere un Dio con noi. … Appena chiamiamo Dio “Dio con noi”, noi entriamo in una nuova relazione di intimità con lui. Chiamando Dio Emmanuele, noi riconosciamo l’impegno di Dio a  essere solidale con noi, per condividere le nostre gioie, i nostri dolori e sofferenze, per difenderci e proteggerci e soffrire tutta la vita con noi. Il Dio con noi è un Dio vicino, un Dio che chiamiamo nostro rifugio, nostra forza, nostra sapienza e anche nostro aiuto e nostro pastore, colui che amiamo. Non conosceremo veramente Dio come un Dio compassionevole se non comprendiamo col cuore e la mente che “ La Parola si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi. ( Gv 1,14).

7 Dio ha bisogno di me quanto io ho bisogno di Dio.

Può sembrare strano, ma Dio vuole trovarmi quanto, o forse di più, io voglia trovare Dio. Sì, Dio ha bisogno di me quanto io ho bisogno di Dio. Dio non è il patriarca che sta a casa, non si muove, e aspetta che i figli vadano da lui, che si scusino per i loro comportamenti sbagliati, implorino perdono, e promettano di comportarsi meglio. Al contrario, lui esce di casa ignorando la sua dignità per correre incontro a loro, non fa caso alle scuse e alle promesse di cambiamento e li porta alla tavola imbandita per loro.

Incomincio ora a vedere come il mio viaggio spirituale cambierà radicalmente quando non continuerò più a pensare a Dio come a uno che si nasconde e che mi rende il più possibile difficile trovarlo, ma come a  colui che mi cerca continuamente quando io mi nascondo.

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